Sabato primo marzo 2014: il più imponente flash mob
letterario di sempre!
Sì, il primo marzo sarà una giornata importante per la
cultura italiana. Una giornata nella quale far sentire una voce, forte: “con la
cultura si mangia!” E attraverso la cultura si può trovare la chiave che apra
all’Italia la strada per il riscatto. Un riscatto economico, ma anche sociale,
etico e culturale. E’ utile ricordare la piccola magia che il libro compie
quando il prezzo indicato sulla copertina va a dare ossigeno a libraio,
distributore, promotore, tipografo, editore, autore, etc etc… Una catena di
impegno quotidiano per promuovere la cultura e la libertà di pensiero. Una catena
oggi più che mai sotto i colpi dei nuovi colossi tecnologici (poco interessati
alla storia passata e alla libertà futura) e di una crisi che trova nella
cultura la prima vittima. Lo sconcertante silenzio della politica poi mostra la
poca lungimiranza di alcuni potenti, affascinati dalle mode ma incapaci di
crearne. La risposta? Ci sarà, e sarà fortissima. Ma assolutamente pacifica e
rispettosa, come è lo stile di chi ama i libri.
Un
libro come segnale di presenza decisa e voglia di continuare a raccontare la
realtà passata e presente, nelle varie forme che la letteratura conosce. Perché,
in un mondo che cambia ormai sempre più velocemente, la lettura diviene uno
strumento indispensabile per orientarsi, per difendersi, per scegliere il
proprio destino. L’iniziativa copre l’intero arco della giornata, con la
speranza di raggiungere la concentrazione massima di persone nelle librerie tra le ore 16.00 e le ore
18.00.
Io sarò in libreria, la mia seconda casa. Amici di Toppy e Gino, amici
delle favole, amici dei libri, troviamoci tutti in libreria!
Iniziativa realizzata dalla Fondazione Caffeina. Tutte le info su www.caffeinacultura.it
Blog di Giacomo Bertoni, giornalista e scrittore. Già la Provincia Pavese, Ossigeno per l'informazione, il Ticino, Radio Mater, iFamNews. Qui si parla di giornalismo, giovani, vita, libri, Chiesa e futuro.
giovedì 27 febbraio 2014
lunedì 10 febbraio 2014
Un pensiero sulle fiabe
Non è stravolgendo le fiabe più antiche che si racconta la bellezza del rispetto, del dialogo e della solidarietà ai bambini. Le fiabe tradizionali, popolari, che discendono dalle opere dei fratelli Grimm, hanno sempre avuto il dono di calmare le inquietudini del fanciullo, parlando al suo inconscio a volte tormentato e cullando i suoi sogni. In queste fiabe (ed in molti racconti moderni per bambini) ci sono già avventure, situazioni, episodi e personaggi capaci di trasmettere i valori fondanti la personalità dell'uomo. Tra le righe si trovano già le risposte che il bambino cerca per sconfiggere le ansie e le paure che lo feriscono. Queste sono le priorità assolute che una fiaba deve rispettare. I primi anni di vita del bambino sono anni delicati, fragili, complessi. Non possiamo usarli noi adulti come terreno per battaglie ideologiche. Il conto, ancora una volta, arriverebbe al tavolo dei bambini. E sarebbe salatissimo.
"Dato che la vita è spesso sconcertante per lui, il bambino ha un bisogno ancora maggiore di poter acquisire la possibilità di comprendere se stesso in questo complesso mondo con cui deve imparare a venire a patti. Per poterne essere capace, deve essere aiutato a trarre un senso coerente dal tumulto dei suoi sentimenti. Egli ha bisogno d'idee sul modo di dare ordine alla sua casa interiore, per poter creare su tale base l'ordine della sua vita. (...) La fiaba, mentre intrattiene il bambino, gli permette di conoscersi, e favorisce lo sviluppo della sua personalità." (Bruno Bettelheim, "Il mondo incantato", New York, 1976)