mercoledì 3 luglio 2019

Xavier Ducrocq: "Far morire Vincent Lambert significa sotterrare Ippocrate"

Sono ormai quasi 24 ore che Vincent Lambert è privato dell’acqua e del cibo ed è tenuto sotto sedazione profonda. Un atto eutanasico che si sta compiendo nel silenzio complice di un’Europa che ha calpestato i suoi sogni di continente di pace. L’appello di Viviane Lambert all’ONU sembra caduto nel vuoto.

La richiesta urgente del Comitato ONU per i diritti delle persone disabili a continuare l’idratazione e la nutrizione a Vincent è stato finora ignorato dall’ospedale di Reims e dal governo francese. L’unica reazione della struttura è arrivata poche ore fa, con il reclutamento di una squadra di vigilantes privati per blindare l’ospedale. Vincent è prigioniero dell’ospedale che dovrebbe curarlo.


Il comitato “Je soutiens Vincent” segnala, attraverso un comunicato, l’intervento del neurologo Xavier Ducrocq, che qui vi ripropongo in italiano. 

Il neurologo Xavier Ducrocq ristabilisce la verità medica sul caso Vincent Lambert: «L’uomo, la cui eutanasia ha preso avvio martedì mattina, non è in fin di vita e non è in una situazione di irragionevole ostinazione. “Fermare i trattamenti” significa semplicemente lasciarlo morire di fame e di sete. Nel 2013 Vincent ha resistito a trent’un giorni di privazione di qualsiasi alimentazione, con un’idratazione minima. Tanto che, per ricominciare (la procedura N.d.T.), si accompagna questa privazione della nutrizione ad una sedazione profonda, fino ad arrivare alla morte. In nome della legge! 


Vincent Lambert non è “in fin di vita. Chi può credere a un fin di vita che si perpetua da sei anni? Fermare i trattamenti? Quelli che gli spettano a partire dalla circolare ministeriale del 3 maggio 2000 – unità specializzata, chinesiterapia, ergoterapia, ortofonia, stimolazioni sensoriali, l’essere messo su una poltrona, uscite in famiglia – sono bloccati da sei anni.

Inoltre, Vincent è chiuso a chiave nella sua stanza, le visite sono limitate, le uscite vietate. I suoi genitori, da sei anni, devono depositare la carta d’identità per ottenere l’autorizzazione ad entrare nella sua stanza. Tutto questo non è maltrattamento di persona vulnerabile? Dunque, perché disabile, e unicamente per questo, Vincent Lambert morirà.

Sì, signora ministra, sì, signor Leonetti. Smettiamola di accusare la divisione di questa famiglia, che da unita che era, da cinque anni, accanto a Vincent si è lacerata, nell’aprile del 2013, scoprendo la sordida decisione medica, per la quale non era stata consultata. 


Far morire Vincent Lambert significa sotterrare Ippocrate: “Io non darei una droga mortale a chi me la chiede, e neppure prenderei l’iniziativa di un simile suggerimento”.  È il disonore di una medicina che non sopporta i suoi insuccessi e i suoi limiti. È un affidare alle cure palliative una nuova missione, contraria ai principi fondatori di queste cure. È gettare la spugna, è la regressione di una società che non sa più, non vuole più proteggere i più deboli tra i suoi membri».

Nessun commento:

Posta un commento

E tu, cosa ne pensi?