giovedì 24 gennaio 2019

Ciao Grande Gigante Gentile di Radio Mater

«Giacomo 30 secondi e sfumo, pronto?» 
«No Alessandro, aspetta, sto cambiando un secondo un dettaglio nella scaletta, ma è l’ultima volta promesso!» 
«(sospiro appena udibile, pausa, sorriso profondo) Diamo altri cinque secondi di sigla va bene? Poi però parti altrimenti arriviamo al gr!». 
La tua voce in cuffia poco prima della diretta, quanto mi risuona nella testa oggi. Non posso dimenticare quel lontano sabato mattina del 2016: la mia prima rassegna stampa di Avvenire in radio, la prima diretta da condurre, ma soprattutto il panico. Un panico che tu sapevi stemperare con il sorriso, con la tua voce precisa, calda, morbida, impostata senza essere artefatta. 

Alessandro, il regista di Radio Mater

Indossare le cuffie significava ritrovarti subito, con le tue indicazioni e i tuoi consigli. Mi hai accompagnato nella scoperta della radio, svelandomi anche i segreti più misteriosi di quella sala, la sala regia, che era il tuo vero regno. Arrivando dal corridoio si vedeva sempre una luce accesa nella sala di regia principale, quella sulla destra. Lì era quasi impossibile non trovarti, a ogni ora del giorno. 

La rassegna stampa in diretta di Radio Mater con il quotidiano Avvenire

E cosa dire della nostra Giornata Mondiale della Gioventù? Nostra, sì, perché abbiamo superato insieme le 16 ore di diretta al giorno. E quando non ero davanti al microfono ero seduto per terra in sala regia, sparpagliando i giornali, abbozzando scalette, perdendo evidenziatori, spiando la calma con la quale gestivi collegamenti delicati e imprevedibili. Ti ricordi quella sera, finalmente a cena, in pausa dopo 12 ore di diretta, quando dal televisore è apparso papa Francesco? Un fuori programma, che ci ha costretti a scappare abbandonando una deliziosa pasta al ragù appena servita, per tornare subito in radio. 

Alessandro nella sala regia di Radio Mater

I ricordi sono troppi, e la mia presenza è sempre ingombrante. Perché tu, da buon regista, hai sempre lasciato spazio anche alle piccole esuberanze tipiche dei conduttori. Conduttori che a Radio Mater sono oltre 120, e con i quali tu pazientemente tenevi i rapporti. Ed oggi mi è impossibile pensare che non sentirò più la tua voce, è una notizia che mi ha sconvolto e che non posso assimilare. 

Eri sempre presente, sempre pronto lì dietro il vetro, sempre paziente quando ti chiamavo per qualsiasi cosa. Da “la cosa blu sopra al coso grigio non si illumina” a “puoi farmi la voce un po’ più chiaroscurale”? Ecco, sento ancora la tua risata, ma stavolta non è nella cuffia. È nel cuore. E da lì non se ne andrà. Ciao Alessandro.

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