sabato 10 dicembre 2016

A Pavia, la Solennità di San Siro

Con trepidazione e gioiaMons. Corrado Sanguineti ha aperto le celebrazioni per la Solennità di San Siro, patrono di Pavia, da lui vissute per la prima volta come pastore della Chiesa pavese. "Il cristianesimo", così ha ricordato nell’omelia del Pontificale, "ha fecondato la società fin dai primi anni della sua nascita", e oggi siamo qui "non per ricordare un passato sepolto", bensì per "celebrare i continui frutti che la fede porta all’uomo di oggi". 


Noi pavesi siamo eredi di una lunga storia, già San Martino di Tours scriveva di una comunità cristiana viva e coinvolgente nella sua visita all’antica Ticinum. Seguendo l’esempio di S. Siro, primo pastore ed evangelizzatore della nostra comunità, siamo chiamati ad “andare in tutto il mondo”, perché la gioia della fede, che è un incontro con la persona di Gesù, è così travolgente che non può essere tenuta solo per noi, e perché “non c’è cristianesimo senza missione”. 
La prima festa di S. Siro di Mons. Sanguineti coincide anche con la sua prima lettera pastorale, dal titolo “Maestro dove dimori? Incontrare Cristo oggi”. Tre i nodi centrali: da dove partire per il cammino della Chiesa? Come rileggere l’incontro di Gesù con i discepoli? Dove vivere oggi questo incontro? Alle comunità parrocchiali l’invito quindi a verificarsi e a fare scelte capaci di rendere la grandezza della fede vissuta nella contemporaneità, riscoprendo il gusto dell’essenziale. Come la tradizione di S. Siro ci ricorda, anche noi siamo chiamati a condividere il poco pane che abbiamo, perché “solo ciò che è condiviso si moltiplica”. 


Al solenne Pontificale ha concelebrato anche don Savino D’Amelio, parroco di Amatrice, che ha portato ai fedeli pavesi il sincero ringraziamento per la solidarietà giunta dopo i terremoti del 24 agosto e del 30 ottobre. "La situazione è critica", ha detto don Savino, "ogni mattina abbiamo temperature intorno ai meno cinque gradi", ma “Dio è Padre e non dimentica i suoi figli. A nessuno è mancato il necessario.” 
Dalla festa di San Siro, che ha richiamato in un freddo Duomo centinaia di pavesi, nasce quindi un invito alla collaborazione, all'unità fra tutte le forze – ecclesiali, istituzionali, politiche, economiche e sociali – che hanno a cuore il bene dell’uomo: “Servire l’uomo con la stessa passione con cui si serve Cristo”.  

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