lunedì 2 aprile 2012

L'ultima Variante? La pantera ruggisce ancora

L’anno scorso, più precisamente il 22 marzo 2011, ho avuto due grandi fortune: assistere alla rappresentazione de “La variante di Luneburg”, al Piccolo Teatro Strehler di Milano, e incontrare Milva nei camerini, al termine dello spettacolo. In quella serata così speciale, ho portato a Milva dei dolci tipici di Pavia e, fra lo stupore di molti, una copia con dedica di “Toppy, un moscerino dal cuore grande”. La Rossa ha preso in mano Toppy e, ringraziando, mi ha detto che lei non legge più le favole, e neppure sua figlia, ormai grande, e neppure la sua assistente… Superba, preziosa, decisa. Cosa può cercare un autore di racconti per bambini dalla pantera di Goro? Voglio respirare almeno parte della sua immensa esperienza artistica, capire e imparare la vita di chi si è dedicato anima e corpo all’arte. Milva non è una scrittrice, eppure mi affascina esattamente come molti grandi scrittori, perché la sua storia parla, ti sussurra piano tante verità; la sua storia s’intreccia con quella di grandi scrittori (basti pensare agli incredibili dischi nati dall’incontro Milva – Merini e Milva – Faletti) e di grandi artisti, e non può lasciare indifferente chi sente che scrivere è la sua vita. 
Ma torniamo a noi: qualche tempo fa, la bella sorpresa: quattro nuove date della Variante, due a Vicenza e due a Bologna. Due settimane dopo avevo in mano i biglietti per domenica 1 aprile. E così, ieri, sono arrivato a Bologna, città che per troppo tempo ho aspettato a visitare, ho pranzato in un ristorantino di fronte al teatro “Arena del Sole”, e poi mi sono recato davanti all’”ingresso artisti” del teatro. 


H. 14.00, ecco un taxi che si ferma proprio accanto all’ingresso. La portiera si apre, parte di un’immensa chioma rossa fa capolino… Il resto è solo mio: un piccolo ricordo veloce, il dono di una copia di “Gino e la Vecchia Consigliera” (accettato con rinnovata e divertita sorpresa), un bacio di frontiera, un abbraccio d’artista ed uno scambio di sorrisi ed incredulità. Un ricordo che, unito all’incontro dell’anno scorso, conserverò gelosamente nella cassaforte della memoria, dove tengo i momenti irripetibili, unici.


Lo spettacolo, iniziato un paio d’ore dopo, è stato forse l’ultima Variante dell’incredibile carriera della Rossa. La sofferenza, la fatica, le gambe che non obbediscono più come dovrebbero, tutto si è sposato con il desiderio di narrare le atrocità dell’Olocausto, di spendersi, fino all’ultima goccia di respiro, affinché i cuori di chi ha assistito allo spettacolo non restino mai indifferenti di fronte all’orrore del razzismo. Credo le sia costata moltissimo questa rappresentazione. Credo, temo, sia stata l’ultima. Sono convinto, fermamente convinto, che esserci stato sia stata la cosa più giusta che potessi fare.

P.S. Devo ringraziare Massimiliano, intraprendente compagno d’avventura, Luca, amico di Milva (ed ora anche mio), che ha condiviso con noi la sua conoscenza dell’artista, consentendomi questo incontro, Edith, assistente presente e gentile. Milva, grande grande grande…

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